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Difendo chi paga, non chi pretende

Perché facciamo politica? Nel 1934 l’attivista statunitense Ralph Nader disse la famosa frase che “se tu non ti occupi di politica, la politica si occuperà di te”. D’altra parte, da liberalconservatori non possiamo dimenticare la famosa definizione dello Stato che l’economista liberale francese Frédéric Bastiat diede a metà dell’800 (!): “la grande finzione attraverso la quale tutti cercano di vivere alle spalle di tutti”. Questo prima dell’esplosione dello Stato sociale, figuriamoci adesso. Infatti, senza andar lontano, in Ticino abbiamo ben il 24% dei “contribuenti” che in realtà non pagano un singolo franco di imposte. Abbiamo poi il 66% dei contribuenti (il ceto medio) che pagano il 40% delle imposte, e un piccolo 10% che paga ben il 60% delle imposte. La soglia tra i secondi e i terzi è un reddito imponibile di CHF 100mila all’anno, non milioni. Se facciamo come sognano i socialisti infiltrati in tutti i partiti e continuiamo a far crescere l’albero della cuccagna mettendo le mani nelle tasche altrui, il rischio concreto è che prima o poi una parte di quel 10%, in particolare quelli poco legati al nostro territorio, facciano le valige. Il che significa che sarà per finire il 66% di cittadine e cittadini del ceto medio che verranno ancor più strizzati per mantenere gli altri. E chiamano tutto ciò solidarietà ed equità. Ecco perché siamo convinti che qualcuno, in primis i socialisti di tutti i partiti, ci sta rubando il futuro. Vogliamo tuttavia riprendercelo. Assieme ai colleghi di gruppo, ho scritto 18 iniziative elaborate (ossia veri e propri testi di legge fatti e finiti), 2 iniziative generiche e 4 mozioni (lasciamo perdere le interrogazioni) proponendo una ventina di riforme fiscali, chiedendo di capire come mai in certi Dipartimenti del Cantone ci si ammali e ci si assenti tanto, promuovendo il FinTech, o formulando idee per una scuola pubblica migliore dando priorità al tedesco e all’inglese. Riprendiamoci il nostro futuro. Non so voi, ma io difendo chi paga, non chi pretende.

Paolo Pamini, candidato UDC in Gran Consiglio

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