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Digitalizzazione – evoluzione o involuzione?

Ci siamo evoluti intellettualmente oppure stiamo assistendo ad un’inesorabile involuzione della specie umana? Siamo tecnologicamente avanzati o diventati schiavi della tecnologia? Sono domande che dobbiamo porci, anche e soprattutto nell’interesse dei nostri figli e degli adulti che saranno,  con la consapevolezza che il nostro futuro dipenderà dal modo in cui la tecnologia verrà utilizzata, gestita e regolamentata.

Quando pensiamo alla digitalizzazione vediamo vantaggi e risparmio di tempo e di fatica ma spesso non vogliamo accorgerci di come i dispositivi digitali stiano causando un’involuzione dell’essere umano facilmente osservabile e molto preoccupante.

Ad esempio l’uso prolungato dei telefoni nei bambini, estratti dal mondo reale e catapultati in uno di finzione, provoca sin da piccoli una dipendenza con gravi conseguenze dello stato psichico e intellettuale. Recenti dati sottolineano una realtà allarmante dove la salute psichica dei nostri giovani, con un aumento importante dei ricoveri, non è per niente buona. Dobbiamo fermare ora questo trend distruttivo!

La rivoluzione digitale non rappresenta una prova della nostra evoluzione bensì una maschera del nostro declino neurologico. Lo sviluppo dei social media e di tutto il mondo online ha avvolto il nostro cervello nella bambagia, procurando un deterioramento cognitivo.

Evoluzione umana non significa essere interconnessi con la natura, aspirare ad un livello di coscienza superiore, sbarazzarci del consumismo esagerato e del materialismo inutile, essere empatici verso i nostri simili, gli animali e la natura? L’essere umano dovrebbe essere una mente poetica, creativa, divergente, che sceglie l’amore contro il potere, il rispetto contro ogni presunta superiorità, la collaborazione contro la competizione, l’interazione contro ogni separazione, la pace contro la guerra e soprattutto l’empatia come strumento guida. L’essere umano si sta invece involvendo ripiegato su un insano egoismo, sulla solitudine e sull’incapacità empatica a capire e aiutare gli altri. Di sicuro i problemi sociali che viviamo adesso sono dovuti in parte anche a questo processo e all’isolamento individuale che ne consegue.

Riusciremo a trovare quell’equilibrio che ci permetterà di sfruttare le opportunità che la digitalizzazione ci offre ma allo stesso tempo salvaguardare la natura umana senza essere inghiottiti dall’intelligenza artificiale? Io credo che la politica dovrebbe iniziare a tracciare confini etici e stabilire regole chiare a riguardo.

Mariana Ballanti, candidata numero 41 lista 11 UDC per il Gran Consiglio, consigliera comunale Locarno

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