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L’acquisto dello stabile EFG va bocciato e rinegoziato, siamo in molti a pensarla così

Intervista di Andrea Stern al Deputato in Gran Consiglio Pierluigi Pasi apparsa su “La Domenica” del 2 giugno 2024.

La stragrande maggioranza di coloro che lavorano a Palazzo di Giustizia sostiene l’acquisto dello stabile EFG. Tra i corridoi si incontra tuttavia anche chi il 9 giugno apporrà un secco «no» nell’urna, come l’avvocato Pierluigi Pasi, granconsigliere UDC e già procuratore federale.

Signor Pasi, dopo aver dichiarato guerra a Zali, ora l’UDC combatte contro il «suo» Gobbi. È così che trattate gli alleati?

«L’UDC combatte gli sprechi, non le persone. Da deputato al Gran Consiglio io mi impegno a difendere esclusivamente gli interessi dei ticinesi opponendomi, quando sono convinto che vi sia, allo sperpero delle loro risorse».

Non le sembra che l’attuale Palazzo di Giustizia stia cadendo a pezzi?

«Reputo che con gli adeguamenti si sia in ritardo di anni e anch’io mi interrogo sui motivi di questa situazione».

Però vuole che la Giustizia resti lì dentro.

«Si sbaglia. Io voglio che con il «no» del 9 giugno i ticinesi dicano al Consiglio di Stato di rivedere un’operazione troppo onerosa e di tornare subito a trattare il prezzo con EFG.Tra l’altro questa banca potrebbe presto fondersi con un’altra, la notizia l’avete data voi recentemente. Se fosse, ne potrebbe derivare un esubero di spazi e a maggiore ragione il margine per rivedere al ribasso il prezzo dello stabile».

Si sono spesi trent’anni per arrivare a questa soluzione, che non è perfetta ma almeno c’è. Non crede che un «no» ritarderebbe la soluzione a tempi ignoti?

«Con questo argomento si tenta di portare i ticinesi a votare «sì». Decenni persi per gli adeguamenti logistici non legittimano gli sprechi di oggi. Non c’è da temere. Semplicemente, all’indomani del «no» popolare chi deve farlo si rimboccherà le maniche».

I favorevoli dicono che non ci sono alternative.

«Credo che anche questo sia un argomento solo suggestivo. Comunque, se fosse sarebbe preoccupante, perché chi deve dare risposte a queste problematiche non può non avere considerato che l’ultima parola è del popolo. L’alternativa è rimettersi al tavolo delle trattative con la banca, rinegoziare il prezzo e poi decidere in tempi ragionevoli il da farsi».

Perché la maggior parte degli addetti ai lavori è favorevole all’acquisto del Palazzo EFG? Sono tutti degli irresponsabili?

«Io rispetto l’opinione di chi la pensa diversamente. Ma lei dovrebbe rivedere il suo dato, perché non ha base. Molte colleghe e molti colleghi sono contrari, altrettanti sono i magistrati. Si dibatte anche il tema, più tecnico, della separazione fisica dei gradi di giudizio. So che il Consiglio dell’Ordine si è pubblicamente schierato a favore del «sì». Ma non a nome degli avvocati che lo compongono, perché un vero confronto interno non c’è stato».

Un Cantone che spende 195 milioni di franchi per l’asfalto fonoassorbente e 60 milioni per una scuola di moda che non serve all’economia, non può investire 76 milioni per acquistare uno degli stabili più belli che ci siano a Lugano?

«Dunque, discutiamo di se e come spendere le risorse pubbliche, che sono pursempre i denari dei ticinesi, e di equilibrio finanziario. In Parlamento, in gennaio l’UDC aveva proposto di temporeggiare con la spesa per la manutenzione delle strade fino all’approvazione del preventivo e a risanamento deciso. Lunedì scorso, l’UDC non ha appoggiato l’acquisto dello stabile a Chiasso per la scuola di moda, proprio con quella stessa motivazione. Io stesso, molto scettico, pur essendo momò non l’ho sostenuto. Sono certo di averle risposto».

Qui siamo di fronte a una necessità. Oltretutto sarebbe uno dei rari investimenti a Lugano di un Cantone che spende soprattutto a Bellinzona.

«Io penso sia prima di tutto giusto spendere bene i soldi dei ticinesi e non sperperarli. La mano pubblica e gli investimenti pubblici sono importanti, possono anche seguire logiche regionali. Ma devono essere sempre d’interesse generale, dunque avere un senso e uno scopo precisi e soprattutto essere sostenibili».

Ma nell’ottica della Città di Lugano, non sarebbe interessante assicurare un futuro a uno stabile che, altrimenti, rischia di restare vuoto a lungo?

«Anch’io credo che l’immobile, con costi di gestione alti e senza mercato, difficilmente troverebbe altri acquirenti. Questo è il primo motivo per cui il prezzo, individuato nel 2018, oggi risulta eccessivo e deve essere rivisto su altre basi. Non so se per evitarne la fatiscenza l’unica via sia farne a tutti i costi la «cittadella» della Giustizia a spese dei ticinesi. Sono però convinto che il prezzo debba essere rivisto».

Pierluigi Pasi, Avvocato e granconsigliere UDC

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Circa l‘autore
UDC Granconsigliere, Vicepresidente cantonale (TI)
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