Carta di pagamento invece di denaro contante per i 4’500 richiedenti l’asilo: mantenere i soldi nell’economia ticinese ed evitare che finiscano nei traffici illegali
L’UDC chiede al Consiglio di Stato di cambiare le pratiche attuali di sostegno dei ca. 4’500 richiedenti l’asilo su suolo ticinese. Invece di erogargli mensilmente denaro contante per acquisti personali, si propone di elaborare un sistema di carta di pagamento utilizzabile unicamente in Ticino. Un tale sistema è già implementato con successo in Germania e comporta maggiore trasparenza e facilita il controllo pur rispettando l’autonomia dei beneficiari. Con la carta di pagamento si eviteranno transazioni illegali e il trasferimento dei fondi all’estero, spesso utilizzato per alimentare il traffico illegale di esseri umani verso il Continente europeo.
Ai richiedenti l’asilo alloggiati nei centri federali in Ticino vengono assicurati vitto, alloggio, assistenza medica e una somma di denaro per le spese personali. Con una mozione firmata Pierluigi Pasi, il Gruppo UDC ha presentato oggi una mozione per l’introduzione di un nuovo sistema di assegnazione delle risorse alle persone richiedenti l’asilo nel Cantone Ticino. La proposta prevede l’emissione di carte di pagamento con funzione di addebito o un meccanismo simile, per facilitare la gestione degli assegni e il controllo come vengono impiegate le risorse fornite e pagate dai contribuenti, garantire una destinazione conforme delle risorse, favorire l’indipendenza economica e tutelare le persone beneficiarie.
L’obiettivo principale del nuovo sistema è quello di garantire che le risorse destinate alle persone richiedenti l’asilo siano utilizzate in modo corretto e sicuro, evitando il trasferimento illegale di denaro all’estero. Attualmente, l’Amministrazione cantonale esegue verifiche dirette sugli estratti conto dei richiedenti l’asilo coinvolti. Con la carta di pagamento, il controllo sarà più efficiente, facile e meno dispendioso. Questo sistema non solo faciliterebbe l’integrazione sociale ed economica dei beneficiari, ma anche stimolerebbe l’economia locale ticinese e disincentiverebbe l’immigrazione economica.