Comunicato stampa

Dalle grida dalla piazza alla responsabilità di assumersi il compito di trovare delle soluzioni. ErreDiPi ha ora la maggioranza dei rappresentanti degli assicurati nel CdA di IPCT, passi finalmente dalle parole ai fatti.

Dei 17’000 affilati all’IPCT, solo 5’000 hanno espresso il loro voto per l’Elezione del CdA dell’IPCT, a conferma che tutto il chiasso mediatico orchestrato nelle piazze da ErreDiPi, la succursale dell’MPS, non tocca le corde nemmeno dei dipendenti pubblici.

Ora ErreDiP e di conseguenza MPS, non potranno più dare la colpa agli altri partiti per la situazione in cui versa la cassa pensione dello Stato, che ricordiamo è tra le peggiori della Svizzera, anche se continua imperterrita a garantire prestazione ai suoi assicurati assolutamente anacronistiche e insostenibili finanziariamente. Dovranno assumersi la responsabilità di risanare la cassa pensione dello Stato, di garantirne gli impegni con gli assicurati, o in alternativa, metterci la faccia e ammettere finalmente, che non si può più continuare a garantire simili privilegi ai dipendenti pubblici con i soldi dei contribuenti.

Essi, oltre a percepire salari di almeno il 15% superiori al settore privato, beneficiano del posto fisso, di prestazioni ponte oramai sconosciute nel privato e di un tasso di conversione assolutamente fuori luogo. L’IPCT garantisce ad esempio un tasso di conversione oltre il 6%, quando nel privato la media si aggira attorno al 4,8%. Anche nelle altre casse pensioni pubbliche il tasso di conversione non raggiunge più questi livelli da tempo.

Formuliamo pertanto i migliori auguri di buon lavoro ai nuovi membri del CdA di ErreDiPi, come del resto a tutti gli altri, invitando i cittadini a votare No alle misure di compensazione il prossimo 9 giugno, affinché il CdA dell’IPCT sia finalmente obbligato a presentare un progetto di risanamento della cassa pensione dello Stato, che ha un manco di copertura di circa 3 miliardi di franchi, evitando ancora una volta di chiamare alla cassa i contribuenti ticinesi, che nel 2012 hanno già dovuto sborsare quasi 500 milioni di franchi. In alternativa, ossia se le misure venissero accolte, si rimanderà ancora una volta questo importante compito in modo del tutto irresponsabile.

UDC Ticino

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