“Economia nostrana” contraria alla democrazia diretta?
Le associazioni economiche, capitanate da Economiesuisse nella quale i manager stranieri la fanno da padrone, sostengono il fronte del NO all’autodeterminazione finanziando la campagna con svariati milioni di franchi.
Questo non sorprende perché i capitani d’azienda stranieri non hanno certo a cuore la democrazia diretta svizzera. Loro preferiscono accordarsi nei salottini ovattati e non amano certo scendere per le strade a confrontarsi con il Popolo svizzero. Un popolo che, con le sue decisioni e le sue iniziative, è sempre stato un po’ fastidioso, anche perché è solo grazie al suo potere e alla democrazia diretta, che la Svizzera non è entrata a far parte dell’Unione europea. Contrariamente ai loro piani e ai loro desideri.
Le associazione economiche, anche quelle nostrane, si nascondono dietro il pretesto dei diritti umani, sebbene sappiano benissimo che questi diritti sono tutelati dalla nostra Costituzione, pur di celare la verità.
E la verità è che, in caso di un SI in prossimo 25 novembre, l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, approvata da Popolo e Cantoni il 9 febbraio 2014, dovrebbe essere applicata conformemente alla Costituzione svizzera. Nel nostro Paese dovrebbero dunque essere reintrodotti il sistema dei contingenti, che abbiamo conosciuto per più di trent’anni fino alla libera circolazione, e la preferenza indigena in favore dei lavoratori residenti. Un vero e proprio problema per le imprese speculatrici di tutti i settori, in particolare in Ticino dove la libera circolazione ha avuto un impatto socioeconomico deleterio.
Questo è il vero motivo alla base dell’attivismo delle associazioni economiche. Non vogliono rischiare di dover applicare l’iniziativa contro l’immigrazione di massa e l’iniziativa ticinese “Prima i nostri”, mandando a monte il loro successo ottenuto alle Camere federali con l’applicazione light che di fatto non applica il volere popolare. Le associazioni economiche si sentono rassicurate solo dal diritto internazionale, il cosiddetto diritto superiore, il quale avrà sempre la priorità rispetto alle decisioni del popolo svizzero. In tal modo non dovranno più preoccuparsi della nostra democrazia diretta e delle scelte delle cittadine e dei cittadini svizzeri. Tanto, in ogni caso, ad avere l’ultima parola sarà sempre qualcun altro.
L’UDC si impegna affinché la democrazia diretta svizzera, fonte del nostro benessere e della nostra autodeterminazione, non sia indebolita e affinché le decisioni del popolo svizzero siano sempre applicate!
Perso il diretto di decidere, persi tutti i diritti!
UDC Ticino