Comunicato stampa

L’UDC ribadisce: Che le misure vadano a favore dei residenti

Il 17 aprile 2020 il gruppo UDC ha posto delle domande al governo per sapere come il Cantone intende organizzare la formazione nel settore sanitario a seguito alla pandemia Covid19. Nella sua risposta all interpellanza firmata da Tiziano Galeazzi per il gruppo UDC, il governo specifica che quasi 800 persone si erano annunciate all’EOC per operare durante la crisi pandemica. Il concorso era stato riservato ai solo residenti. Nonostante ciò, un centinaio di candidature sono entrate dall’estero, tutte scartate. Alcuni di questi nuovi collaboratori e collaboratrici sono tuttora attivi nel settore per permettere il recupero di lavoro straordinario svolto dal personale EOC. L’eventuale assunzione definitiva di questo personale è logicamente di competenza delle strutture sanitarie stesse.

La crisi pandemica e la chiusura delle frontiere hanno messo in luce quanto sia delicato il fatto che un numero così elevato di personale frontaliero lavori nelle strutture sanitarie in Ticino. Alla domanda dell’UDC, se non sia opportuno incentivare la formazione e l’assunzione di personale paramedico e infermieristico locale e residente, il governo risponde che “negli ultimi anni, il numero di personale infermieristico formato in Ticino è raddoppiato da 100 a 200, grazie al potenziamento dei posti di stage offerti dalle strutture ospedaliere. Il Consiglio di Stato sta implementando una serie di misure per incrementare ulteriormente i posti di stage (facilitazioni amministrative, semplificazione dei regolamenti scolastici, calcolo del potenziale formativo) e dall’altro lato per ricuperare le persone formate uscite dal circuito lavorativo, ma ancora in età attiva.”

Il Consiglio di Stato parla dell’aumento di posti di formazione e di lavoro, ma non si sbilancia in nessun modo per rivelare se questi posti vengano destinati ai residenti o – come già accade troppo spesso – a persone che non abitano in Svizzera. L’UDC Ticino ribadisce ancora una volta e veglierà con attenzione a che queste misure e potenziamenti di posti di formazione e di impieghi supplementari siano esclusivamente destinati ai giovani residenti in Ticino e alle persone in cerca di lavoro che vivono in Svizzera italiana. Altrimenti l’alta percentuale di personale frontalieri impiegato nel settore non diminuirà mai e di conseguenza la dipendenza della sanità ticinese dalla manodopera estera non verrà mai risolta.

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