Comunicato stampa

Votazioni federali di giugno: L’UDC Ticino raccomanda tre NO per la Legge CO2 e le iniziative agrarie estreme

Ieri sera a Lugano si è svolto il comitato cantonale dell’UDC Ticino in presenza del presidente nazionale Marco Chiesa. Dopo il bilancio positivo dell’UDC alle ultime elezioni comunali da parte del presidente cantonale Piero Marchesi (sono state fondate oltre 25 sezioni comunali negli ultimi anni e oltre la metà dei giovani che si erano presentati alle ultime elezioni comunali sono stati eletti), i delegati hanno deciso le seguenti raccomandazioni di voto (federali e cantonali) per il prossimo 13 giugno 2021:

NO alla legge CO2 che penalizza fortemente il ceto medio aumentando drasticamente il costo della vita (soprattutto nelle zone periferiche), del trasporto privato e delle PMI. La Svizzera è uno dei paesi al mondo che più rispetta l’ambiente, l’EPI Index della Yale University lo attesta chiaramente https://epi.yale.edu/epi-results/2020/component/epi. Un ulteriore diminuzione delle emissioni CO2 è possibile e auspicata, ma di certo non attraverso ulteriori tasse e balzelli, semmai grazie al progresso tecnologico. La legge in votazione popolare accentuerà ancora di più la differenza tra le regioni più ricche e le città (dove rinunciare all’utilizzo dell’automobile e ai sistemi di riscaldamento tradizionali è certamente più facile) e le regioni periferiche, dove i servizi pubblici e le comodità sono molto meno presenti. Una famiglia che vive in periferia, che è obbligata a utilizzare il mezzo privato, che abita in una casa riscaldata a olio combustibile e che si reca in vacanza in aereo, potrebbe facilmente arrivare a dover spendere 1’500 franchi annui in più. E con ciò non si è ancora parlato dell’aumento dei prezzi per i beni di consumo dovuto all’aumento del costo per il trasporto delle merci. Una situazione inaccettabile tenuto conto che la Svizzera produce solamente lo 0,1% della CO2 mondiale.

NO alle due iniziative agricole estreme e demagogiche (acqua potabile e pesticidi): Le iniziative sono avversate anche dall’associazione dei contadini svizzeri e quella sull’acqua potabile addirittura dai contadini bio di Bio Suisse. Accettando queste iniziative non sarà più possibile produrre in Svizzera abbastanza cibo, il costo dei viveri salirebbe alle stelle, aumenterebbero invece le importazioni straniere spesso prodotte in condizioni ben peggiori e – visto gli accordi commerciali con altri paesi – senza poter obbligare i produttori stranieri di attenersi alle regole imposte ai produttori indigeni. Metteremmo in grave difficoltà l’agricoltura del paese.

SI alla legge anti-terrorismo. La legge attuale è lacunosa e non permette di anticipare eventuali pericoli legati ad attentati terroristici, che hanno già colpito anche il nostro paese. Se vogliamo vivere in un paese sicuro e soprattutto prevenire possibili attacchi violenti e terroristici, dobbiamo allora fornire nuovi strumenti alla polizia.

Legge Covid-19: Libertà di voto. Irrita il fatto che la legge in votazione mescola due importanti temi sotto un solo cappello: gli aiuti finanziari all’economia in difficoltà da una e la concentrazione di potere decisionale nelle mani del Consiglio federale dall’altro parte. La legge permette di elargire gli aiuti alle imprese in difficoltà con il lavoro ridotto e i prestiti all’economia e ha contribuito a salvaguardare molti posti di lavoro nel nostro paese in un momento così difficile. L’aspetto negativo della legge in votazione è però l’eccessiva autorità concessa al Consiglio federale che può decidere qualsiasi misura eludendo il Parlamento e il popolo. Va ricordato che questa possibilità è stata fornita con la Legge sulle Epidemie, che di fatto attribuisce pieni poteri al Consiglio federale in situazioni di pandemia. Apprezzando i fondamentali aiuti all’economia concessi dalla legge Covid-19 e osteggiando l’eccessivo potere esercitato dal Consiglio federale, il comitato ritiene di lasciare libertà di voto.

NO all’iniziativa cantonale per la sovranità alimentare: Lanciata dai comunisti, l’iniziativa che promette l’auto-approvigionamento alimentare del Ticino (pura illusione!) in verità serve solo a conferire allo Stato sempre più potere di ingerenza nelle scelte dei consumatori e nelle libertà dei comuni (ad esempio vietando il dezonamento). Trattandosi di un articolo costituzionale ci vorrà una legge di esecuzione che definisca come raggiungere l’obiettivo dell’iniziativa. Allora nascono gli obblighi sanciti per legge, obblighi imposti a tutti, senza più tener conto della libertà tra domanda e offerta. Di fatto si va verso un’economia agricola pianificata dallo Stato in stile ex Unione sovietica, dove viene deciso a tavolino cosa, come, quanto e dove produrre. Tutti obiettivi pianifcatori che ridurranno le nostre libertà di consumatori e che creeranno scarsità di prodotti con conseguenti aumenti dei prezzi. Un’iniziativa simile era già stata bocciata dal popolo svizzero nel settembre del 2018 con il 61.3% di voti contrari. I principi degli iniziativisti sono già sufficientmente ancorati nelle leggi federali e non sono da elevare a principi costituzionali.

SI all’iniziativa cantonale per la retribuzione e la pensione dei membri del Consiglio di Stato: E’ ora che anche i membri del governo paghino la loro quota di cassa pensione e che a fine servizio non percepiscano più una rendita a vita ma “semplicemente” un’indennità. In sintesi dopo molti anni di discussione e di analisi di modelli previdenziali per i membri dell’esecutivo cantonale, grazie ad una iniziativa popolare, ora il popolo può esprimersi su un progetto concreto di modifca di legge. Una modifica necessaria, equa e sanatoria. I consiglieri di Stato saranno iscritti come tutti i dipendenti cantonali alla Cassa pensione del Cantone (Istituto di previdenza del Canton Ticino IPCT); pagheranno il loro contributo mensile e le loro pensioni saranno calibrate su quanto avranno pagato e non più secondo il “primato delle prestazioni” (rendita garantita senza pagare i contributi). A fine servizio riceveranno contrariamente ad oggi un’indenità di uscita (unatantum) o una rendita ponte fino all’età di pensionamento per chi lascia la carica dopo i 55 anni di età.

 

UDC Ticino

Piero Marchesi, Presidente UDC Ticino

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