Editoriale

La Svizzera la fanno gli svizzeri!

“Dimentichiamo di farla noi la Svizzera, la stanno facendo l’Europa e il Mondo.” Con queste lapidarie parole, il Consigliere federale Cassis si è espresso ad inizio settembre durante un comizio partitico ticinese che è stato reso pubblico su da una candidata social al Consiglio nazionale del PLR. Un comizio nel quale ha sferrato attacchi all’UDC e al PS. Ma anche al Centro. Cosa che avrebbe creato una sollevazione mediatica nazionale se fosse stata fatta da altri consiglieri federali nel pieno delle loro funzioni. Se fosse stato Christoph Blocher poi, apriti cielo.

Nel merito del concetto, sopra citato, mi permetto di reagire. Se il consigliere Cassis voleva scombussolarci, come ha dichiarato, ha raggiunto il suo obiettivo. La Svizzera la fanno solo gli svizzeri perché nel nostro Paese vige ancora la democrazia diretta che è un valore fondante e ci distingue da tutte le altre democrazie europee. In Svizzera i politici possono esser corretti dal popolo, tramite iniziative e referendum, cosa che reputo straordinaria. Certo c’è chi vorrebbe indebolire la nostra democrazia diretta con degli accordi istituzionali che ci sottometterebbero al diritto europeo e a una corte di giustizia europea ma questo non è il mio desiderio di libero cittadino svizzero. E sarà un tema, o per meglio dire il tema, subito dopo le elezioni.

Sotto traccia sono passate anche altre affermazioni. “A Berna bisogna mandare il meglio, con una grande attenzione per questo fazzoletto di terra che non è il più considerato in Svizzera.” Detto dal Consigliere federale ticinese è quanto meno singolare. Proprio lui dovrebbe incarnare la considerazione che si ha del nostro Cantone. Ma andiamo avanti, il CF Cassis snocciola una perla: “ci sono le elezioni, in questo contesto che dobbiamo lottare. Ma per che cosa? Per il Ticino? No, prima di tutto per i liberali, non per il Ticino.” Nella mia qualità di presidente di partito ho spesso a che fare con i vertici di altri partiti. Al di là delle differenze, i rapporti sono improntati al massimo rispetto.

A volte costruiamo assieme dei compromessi e delle proposte, a volte rimaniamo sulle nostre posizioni. Su alcuni terreni abbiamo delle differenze, penso all’immigrazione di massa, che crea povertà, alla politica d’asilo, che è oggettivamente un caos, e l’approvvigionamento energetico del Paese, sempre più costoso e meno garantito, al contrario di quanto ci fu assicurato solo qualche anno fa.

Come ticinese mi riesce tuttavia impossibile anteporre il partito al mio Cantone. Anche perché per 4 anni lo ho rappresentato agli Stati e proprio agli Stati è l’interesse del Cantone che conta e l’influenza dei partiti è minore.

Non dimentico da dove vengo, ho ben presente i valori svizzeri e la mia terra con le sue esigenze. E, in particolare. so cosa vorrei regalare ai miei figli: una Svizzera dove i cittadini abbiano ancora l’ultima parola e dove loro possano costruire e decidere liberamente il loro futuro.

 

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