Editoriale

Quel tassa e spendi contro chi ha l’auto

Tassa e spendi: ecco a quale principio si ispirano gli ecoincentivi messi a punto dal Governo ticinese e approvati per il rotto della cuffia dal Gran Consiglio nell’ambito di un credito quadro di sedici milioni di franchi per incentivare l’acquisto di veicoli efficienti. Di per sé sarebbero anche cosa buona e giusta, se solo non gravassero, indistintamente, su tutti i cittadini. Anche sui più deboli e su quelli ecologicamente virtuosi. Ogni singolo automobilista, infatti, subirà un aumento dell’imposta di circolazione tra l’1% e il 5%. Perché? Perché il Governo ticinese ritiene che chi guida un’auto debba passare alla cassa per finanziare idee tanto nobili, quanto esose. Semplicemente, si basano su un principio sbagliato: il contribuente paga e lo Stato, appena riceve, spende. Significa che non ci troviamo di fronte a incentivi. Ma alla redistribuzione a pioggia di risorse della collettività. La sensibilità ecologica e sociale del ministro Zali è ormai assodata, e ce ne rallegriamo, ma qualcuno dovrebbe spiegarci che senso abbia chiedere soldi a tutti per finanziare le scelte di pochi. Non ci avevano detto che i tagli lineari erano una cosa sbagliata? Siamo sinceri. Coloro che, oggi, vogliono acquistare un veicolo superecologico (e ci rallegriamo anche per questo), possono contare su una serie di attenzioni sino a poco tempo fa chiuse nei cassetti dei desideri. Ma che senso ha, e lo chiediamo in primo luogo a chi ha una particolare attenzione verso le persone maggiormente in difficiltà, concedere incentivi finanziati da tutti, anche ad automobilisti facoltosi, che di tutto hanno bisogno fuorché di incentivi? Sappiamo perfettamente che l’aumento dell’imposta di circolazione che andrà a finanziare l’acquisto di auto superecologiche sarà sopportabile anche da coloro che rappresentano i segmenti meno fortunati della società. Ma concepire l’automobilista come la classica vacca da mungere è una concezione da stroncare una volta per tutte. Non se ne può più. Non solo è sbagliata in sé, ma qualcuno sembra essersi dimenticato che il Ticino ha l’imposta di circolazione già più cara della Svizzera. Basta varcare i confini cantonali e chi guida paga oltre il 30% in meno. Non è abbastanza? Evidentemente no, visto che nel Preventivo 2015 del Cantone i fan del tassa e spendi hanno pure previsto un aumento delle tasse di collaudo pari a 700 mila franchi, da far pagare – e ti pareva – agli automobilisti. Si aggiunga che gli stipendi in questo cantone sono i più bassi del Paese, e si vedrà che l’aumento della tassa di circolazione assume i contorni e le proporzioni di ciò che realmente è: una beffa. Per carità, siamo i primi ad essere favorevoli allo sviluppo di una mentalità più attenta all’ambiente, visto che questo cantone sta soffocando nel cemento dei palazzi costruiti per ospitare immigrati e nei gas di scarico delle macchine di 63 mila frontalieri. Incrementare la mobilità aziendale ormai è una necessità e lo sviluppo del car pooling va stimolato concretamente e non a parole. I Comuni che si sono mossi in questo senso sono da applaudire. Ma non bisogna dimenticare che è già in vigore un sistema bonus-malus in grado di penalizzare – giustamente – le auto più inquinanti, che esistono macchine sempre più efficienti e performanti (e altre sono in arrivo), accessibili ad una fascia di mercato impensabile sino a pochi anni fa.
Insomma, si possono fare un sacco di cose a favore dell’ambiente, senza per questo vessare i contribuenti. Avremmo volentieri evitato di promuovere un referendum insieme ai giovani UDC ed ai giovani liberali radicali per opporci all’aumento dell’imposta di circolazione. Ma le nostre perplessità sono state liquidate come atteggiamento contro l’ambiente. Fino a quando non si capirà che tassare e spendere non è certamente una forma di economia alternativa, rimarremo sempre ai piedi della scala.

Gabriele Pinoja
Presidente UDC Ticino

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