Editoriale

San Gottardo: un’opposizione priva di logica, sostenuta da menzogne

Il 2016 sarà un altro anno molto importante per il Ticino, perché saremo chiamati a decidere se per tre anni vorremo essere tagliati fuori dal resto della Svizzera oppure restare collegati con il resto del paese dicendo sì al risanamento di una delle gallerie autostradali più pericolose d’Europa, il San Gottardo.

Infatti, nemmeno il rapporto dell’ADAC è riuscito a dare un po’ di ossigeno alle menti della sinistra che combattono il risanamento della galleria autostradale, restando ostinatamente ferme sulle loro posizioni, benché coscienti – e questo è grave! – che il Ticino subirà forti e negative ripercussioni sia sociali (strano, dovrebbe preoccuparli!) che economiche e turistiche.

Andando a ritroso nel ragionamento, ma anche nel tempo, essi dimenticano che l’ing. Lombardi, già prevedeva nel suo progetto due tubi, ma che poi furono ridotti a uno solo, da una parte per una questione di soldi e dall’altra perché così si sarebbe anche guadagnato del tempo nel rendere agibile la costruzione.

Le gallerie, come le case o qualsiasi altra struttura di cui usufruiamo, hanno una certa durata di vita oltre la quale, oltre ad essere meno performanti, diventano anche pericolose per chi le utilizza.
Forse avremmo dovuto prevedere questo “lifting” totale già diversi anni fa, ma non abbiamo voluto arrenderci all’evidenza, mettendo solo qualche cerotto qua e là nel corso degli anni.
I tempi sono però cambiati dalla sua apertura, non c’è più l’auto di famiglia con la quale ci si spostava tutti, oggi molti viaggiano soli, vuoi per lavoro, vuoi per piacere, ma la società e gli spostamenti hanno cambiato ragion d’essere rispetto a quando si aprì negli anni ottanta il tunnel di collegamento.

Vista dunque la lunghezza della galleria – ben 17 Km – è necessario che si apportino le dovute modifiche ai parametri di sicurezza, che dagli anni ottanta si sono chiaramente evoluti.
Attraverso non solo un’ottimizzazione di tutta quella che è la tecnologia al suo interno, ma anche con un secondo tubo, si potranno avere due flussi direzionali – ovvero le autovetture non si incroceranno più sia verso Sud che verso Nord – e in ogni tubo ci sarà una corsia a lato di cui potranno usufruire i mezzi di soccorso.
Naturalmente tutto ciò rispetta la volontà popolare sull’iniziativa delle Alpi, perché in questo modo non si aumenta il flusso di auto, ma si rende decisamente più sicuro il tragitto delle persone che vogliono spostarsi con la propria autovettura o il proprio mezzo di lavoro. Inoltre, gli interventi di salvataggio saranno decisamente più agevoli di oggi.

Proprio sulla questione traffico i contrari, oltre a sostenere che le colonne al San Gottardo sono frutto della fantasia – ditelo a chi è incolonnato per ore! – per spingerci a contrastare questo progetto sostengono che il traffico aumenterà in maniera esponenziale e che soprattutto il basso Ticino subirà ancora maggiori danni in tal senso.
Innegabile che il Mendrisiotto sia purtroppo al collasso a livello di traffico, ma bisogna pur essere chiari – con dati alla mano – e onesti (!), ammettendo che tutto ciò non è tanto collegabile al traffico del traforo del San Gottardo, quanto al flusso quotidiano in entrata e uscita di ben 68’000 frontalieri.

Infatti, la media dei passaggi medi giornalieri dei veicoli cala drasticamente – da ca. 70’000 a 30’000 – una volta passato il Monte Ceneri fino ad attestarsi ai comunque notevoli quasi 18’000 passaggi del San Gottardo. Per diminuire questo traffico basterebbe dunque nient’altro che riapplicare i contingenti all’immigrazione frontaliera, come approvato dal popolo con “Stop all’immigrazione di massa” o con l’iniziativa dell’UDC Ticino “Prima i nostri”. Sostituendo parte dei frontalieri con indigeni, e riportando i primi al periodo vivibile delle 38’000 unità, il problema del traffico non sussisterebbe più.

Ma pur di vincere, o meglio, di mettere in ginocchio il popolo ticinese, i contrari sono disposti a tutto, anche a produrre un video contrario al risanamento, farcito di falsità. L’obiettivo è chiaro, confondere l’elettore e farlo cadere nella propria trappola!
I B-Movie catastrofici degli anni settanta erano decisamente più originali di quelli odierni dei contrari, anche per soluzioni proposte, ma soprattutto non erano così subdoli.
Non fatevi dunque ingannare e il 28 febbraio 2016 votate SÌ al risanamento del tunnel del San Gottardo!

Lara Filippini, Candidata UDC al Consiglio nazionale

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