Editoriale

Svizzera: quo vadis?

La pubblicazione dei voti espressi dai singoli deputati nel corso della legislatura 2011/2015 mostra chiaramente come il parlamento si sia spostato verso sinistra durante l’ultima legislatura, questo slittamento ideologico non è dovuto ad un cambiamento all’interno dei partiti, ma bensì è stato determinato dalle passate elezioni federali che hanno ripartito i seggi in modo diverso. Questo mutamento ha nettamente rafforzato il centro-sinistra con alleanze che hanno influito su molte votazioni a livello parlamentare. I parlamentari della frazione UDC come auspicabile si situano a destra, mentre per quanto riguarda la sinistra sono i Verdi ad occuparne gli estremi della classifica. Per quanto riguarda il Ticino il sottoscritto occupa la posizione più a destra seguito dai colleghi della Lega dei Ticinesi.

In determinati ambiti più che in altri si è sentito il peso del rafforzamento del centro-sinistra, a risentirne in modo particolare è stata soprattutto la politica sociale, mentre ad esempio sul fronte della politica energetica non ci sono state grandi alterazioni concettuali, perlomeno non dovute al cambiamento della maggioranza. Quello che preoccupa di questo slittamento è la scissione tra l’opinione della popolazione e le decisioni prese in parlamento.
L’opinione popolare si muove più seguendo i fatti e le situazioni vissute che non in base a dottrine preimpostate. Come dimostrato da numerose votazioni cantonali il popolo si aspetta un approccio diverso e più determinato verso i problemi che negli ultimi anni sono andati via via intaccando sempre di più la qualità di vita degli svizzeri. In Ticino in particolare il governo ha subito una deviazione verso destra, cosa appunto non determinata da un’ideologia popolare, ma piuttosto da recenti avvenimenti che hanno portato il nostro Cantone allo sbando. In questo caso la politica di sinistra si è dimostrata piuttosto debole. La piaga del frontalierato, con i suoi risvolti negativi in ambito lavorativo e ambientale, e relativi costi sociali sono ormai sotto gli occhi di tutti e non posso più venir ignorate o semplicemente additate come questioni populiste o di razzismo, inoltre anche a livello svizzero questi problemi cominciano e farsi sentire. Sulla stessa lunghezza d’onda viaggia il tema dell’asilo, che sta mettendo in ginocchio diversi paesi e genera costi enormi agli stati e quindi alla popolazione europea, non è bianco o nero, non si tratta di accoglienza o razzismo, la situazione sta scivolando di mano alla politica svizzera ed europea che si sta lasciando travolgere dimenticando i problemi che affliggono i propri cittadini. La popolazione si aspetta una reazione decisa, un dialogo che porti soluzioni. Lo spostamento verso sinistra del parlamento svizzero in quest’ultima legislatura non ha portato a grandi risultati, ma ha dimostrato che gli elettori con i loro voti possono determinare il futuro del nostro paese. Un rafforzamento dei partiti di centro destra alle prossime elezioni federali contribuirebbe a sbloccare lo stallo attuale e a ridefinire a dicembre il volto del Consiglio Federale.

Pierre Rusconi, candidato al Consiglio nazionale UDC

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