Il Comitato Cantonale approva le linee guida per il risanamento delle finanze cantonali

Si è svolto nella serata di martedì 11 novembre a Locarno il Comitato Cantonale dell’UDC. Approvati i conti 2023 e 2024 del partito e comunicate le raccomandazioni di voto per i due oggetti federali su cui le cittadine e i cittadini saranno tenuti a esprimersi alle urne il prossimo 30 novembre. Approvate inoltre le linee guida per risanare le finanze cantonali.
L’UDC non cambia. Difende chi lavora, chi paga le tasse, chi tiene in piedi questo Cantone. Non vuole uno Stato che pesa sulle spalle dei cittadini, non vuole la promozione dell’assistenzialismo. Vuole uno Stato che funziona, che rispetta e serve i cittadini. Sono anni ormai che il nostro partito ricorda annualmente che le finanze del Cantone sono allo sbando: “Prima di sbattere, bisogna rallentare. E per rallentare, bisogna frenare la spesa. Poi sterzare, possibilmente a destra, verso un’amministrazione che funzioni come un’azienda, con efficienza, risultati e assunzione di responsabilità. Con uno stato sociale che aiuta solo chi ha davvero bisogno evitando lo sperpero di risorse pubbliche, con una politica che affronta le riforme invece di metterle nei cassetti a prendere polvere” ha affermato Piero Marchesi. D’altronde, nei cassetti impolverati di Bellinzona ci sono numerose proposte concrete che l’UDC ha formulato sotto forma di iniziative e mozioni per ridurre la burocrazia, tagliare i costi inutili, migliorare l’efficienza dello stato e riformulare lo stato sociale.
Il preventivo 2026 è l’ennesima prova che il Consiglio di Stato naviga senza bussola. È sballato, senza piano di rientro, e con un deficit reale che rischia di toccare 600 o 700 milioni. “Invece di agire in modo serio, come fa la Confederazione e la maggioranza dei Cantoni, con piani di rientro su 4-5 anni, qui si gioca con i conti di anno in anno, senza cavare un ragno dal buco” prosegue il presidente.
Per poter risanare le finanze cantonali nel medio termine servono soluzioni concrete. E proprio per questo motivo, la Direttiva dell’UDC Ticino ha presentato un documento curato dal Capogruppo in Gran Consiglio Sergio Morisoli, che non si limita a criticare — come fanno altri — ma presenta idee concrete, numeri, priorità, un percorso. Una base di documento che dovrebbe far proprio il Governo cantonale. “Non siamo in Consiglio di Stato, ma almeno abbiamo una direzione chiara. E vogliamo dare il nostro contributo, perché le critiche — anche dure — devono sempre essere seguite da proposte costruttive” spiega Marchesi. “E diciamolo chiaro, senza giri di parole: se tra 16 mesi saremo in Consiglio di Stato, questo documento diventerà la nostra bussola per risanare davvero le finanze cantonali. Non sarà un esercizio accademico, ma un programma d’azione concreto”. Il documento è stato approvato all’unanimità dal Comitato cantonale e assunto come linea guida di partito.
Nuovi giovani volti nella direttiva del partito
La composizione della direttiva del partito ha visto negli ultimi mesi dei cambiamenti che hanno portato Diego Baratti – ex presidente dei Giovani UDC – alla Vicepresidenza del partito per il Sottoceneri, all’ingresso di Anastassyia Fellmann come nuova rappresentante dei Giovani UDC in direttiva e di Stefano Gambazzi in qualità di membro cooptato.
Comunicate le raccomandazioni di voto
Sono state inoltre comunicate le indicazioni di voto per gli oggetti di competenza federale, per i quali saremo chiamati alle urne il prossimo 30 novembre.
- Iniziativa popolare «Per una Svizzera che si impegna (Iniziativa Servizio civico)»: il Comitato raccomanda il NO
- L’iniziativa non rafforza la coesione, ma crea confusione e costi. Indebolisce inoltre la sicurezza, danneggia l’economia e svaluta il volontariato. Esistono soluzioni migliori, come rafforzare esercito e protezione civile, evitando di creare maggiore burocrazia.
- Iniziativa popolare «Per una politica climatica sociale finanziata in modo fiscalmente equo (Iniziativa per il futuro)»: il Comitato raccomanda il NO
- L’imposta è ingiusta perché va contro la libertà di disporre dei propri averi e tassa patrimoni già largamente tassati in precedenza. Colpisce in pieno proprio le persone da cui dipendono centinaia di migliaia di posti di lavoro, che sono estremamente mobili e che vorremmo invece attirare.
La direttiva ha comunicato al Comitato cantonale che nel caso in cui venisse approvato nell’ambito del preventivo 2026 l’aumento del 15% dei valori di stima, l’intenzione di lanciare un referendum per impedire un ulteriore aggravio a carico dei proprietari di casa.

