De Rosa continua a dare la colpa a Berna per responsabilità che sono sue e del DSS

Ancora una volta il direttore del DSS, Raffaele De Rosa, tenta di sviare l’attenzione dalle responsabilità del suo Dipartimento nella gestione della sanità ticinese, puntando il dito contro Berna e proponendo soluzioni inefficaci e irrealizzabili, come quelle presentate oggi in conferenza stampa. Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: i costi sanitari in Ticino sono fuori controllo, e la responsabilità ricade innanzitutto sul Cantone.
Costi di competenza cantonale
I dati parlano chiaro, a questo riguardo richiamiamo i dati ufficiali forniti in risposta all’interrogazione alle Camere federali inoltrata dai Consiglieri nazionali ticinesi, primo firmatario Paolo Pamini https://www.parlament.ch/it/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20241044.
Nel confronto con altri Cantoni alpini con caratteristiche territoriali simili, il Ticino risulta sistematicamente il più costoso e inefficiente:
• T 1.2: Numero di medici specialisti attivi in studi medici (per 100.000 abitanti, 2022):
o Ticino: 108,2
o Vallese: 83,4 (-23%)
o Grigioni: 55,6 (-48%)
• T 2.2: Sedi studi medici e centri ambulatoriali (per 100’000 abitanti, 2021):
o Ticino: 263,5
o Vallese: 179,6 (-31%)
o Grigioni: 168,8 (-35%)
• T 6: Visite al pronto soccorso ogni 1.000 abitanti (2022):
o Ticino: 306,1
o Vallese: 216,5 (-29%)
o Grigioni: 205,5 (-33%)
• T 5: Costi del sistema sanitario per abitante (annuo, 2022):
o Ticino: 11.947 CHF
o Vallese: 8.703 CHF (-27%)
o Grigioni: 10.119 CHF (-15%)
Davanti a queste cifre, è evidente che il problema non può essere liquidato con uno slogan o una polemica verso l’esterno. Il problema è dentro il sistema sanitario ticinese, ed è compito del Consigliere di Stato intervenire in modo deciso.
Perché non si razionalizza o riorganizza il numero di ospedali? Perché si continua a tollerare un tasso abnorme di specialisti e nuove aperture di centri medici, che spesso generano prestazioni inutili e costi evitabili? Perché si lascia degenerare l’uso del pronto soccorso, sintomo di un sistema disorganizzato?
Invece di agire, De Rosa preferisce continuare a gettare fumo negli occhi, proponendo iniziative che non hanno alcun margine concreto di approvazione a livello federale e la cui efficacia è quantomeno dubbia. Proposte che servono più a proteggere se stesso da critiche interne che a risolvere i problemi reali della popolazione.
Cassa malati pubblica, un’idea strampalata
Che uno dei massimi responsabili della sanità cantonale proponga un’idea così strampalata è inquietante.
Sappiamo bene che, per legge (LaMal), le assicurazioni malattia possono esporre costi amministrativi al massimo del 5% nella base obbligatoria. Dunque il problema non è lì, ma nel restante 95% dei costi – che in gran parte dipendono proprio dal Cantone e dal DSS. A questo riguardo si richiama la risposta al Consigliere degli Stati Marco Chiesa, in particolare la risposta numero 7 https://www.parlament.ch/it/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20221066
In queste risposte, si evince inoltre che l’aumento dei premi di cassa malati sono direttamente proporzionati all’aumento dei costi sanitari cantonali (risposta 2).
Anche ipotizzando una cassa statale con un costo amministrativo di solo il 3% (cosa tutta da dimostrare, visto che il pubblico costa spesso più del privato), non cambierebbe nulla se non si taglia sui costi sanitari.
Nel 2010 il Gruppo UDC in Gran consiglio con la Mozione nr.1548 chiedeva espressamente di chianarsi sull’ottimizzazione della domanda e dell’offerta, proposta rimasta inevasa.
Chi governa deve assumersi responsabilità e fare scelte. Sì, toccare ospedali, medici e strutture significa scontrarsi con interessi forti, ma continuare a evitare il confronto significa tradire l’interesse dei cittadini, che continuano a vedere i loro premi crescere senza freno.
UDC Ticino