Comunicato stampa

Arrocco in CdS, il Governo conferma i sospetti dell’UDC: proposta inopportuna, modalità fantozziane e nessun vantaggio per i ticinesi

Ci sono momenti in cui il rispetto delle istituzioni non è un dettaglio, è la sostanza stessa della politica.

Il comunicato odierno del Consiglio di Stato conferma ciò che l’UDC Ticino aveva denunciato: il cambio di Dipartimento tra i Consiglieri di Stato Zali e Gobbi non era stato deciso. È stato annunciato in modo improvvido, senza rispetto né per le regole, né per il buon senso.

Per questa ragione, con serietà istituzionale, l’UDC Ticino ha scelto di non prendere posizione ufficiale prima che il Governo si esprimesse formalmente.

Ora che il quadro è chiaro, il giudizio è netto: le modalità con cui i due Consiglieri leghisti hanno agito sono inaccettabili, un esempio su tutti: la presenza di Zali all’inaugurazione dell’anno giudiziario come Direttore DI in pectore. Hanno violato lo spirito stesso delle istituzioni che rappresentano. Nemmeno la più sperduta bocciofila avrebbe proceduto con tale leggerezza fantozziana.

Quanto al merito: la proposta di cambio di Dipartimento è inopportuna, inutile e dannosa. Altro che uscita dalla comfort zone e rinnovamento in favore dei ticinesi.

A 16-18 mesi dalle elezioni, questa manovra, annunciata dalla stessa Lega, avrebbe come unico risultato il congelamento dell’attività di due interi Dipartimenti proprio nel momento in cui bisognerebbe accelerare.

E i cittadini lo hanno capito benissimo:

  • il 70% dei partecipanti al sondaggio Tio boccia l’operazione. E ancora più chiaramente: la maggioranza la considera una manovra al servizio degli interessi personali dei due Consiglieri, non dell’interesse collettivo.
  • Il sondaggio odierno del Mattinonline, pur promosso in un ambiente amico, ha dato lo stesso responso.

I numeri parlano, come parlano i fatti.

L’UDC Ticino invita il Consiglio di Stato a soppesare con grande attenzione ciò che è in gioco.
Dare seguito a questa proposta significherebbe non solo bloccare due Dipartimenti, ma impoverire ulteriormente una legislatura già pesante di ritardi e progetti fermi.

Ai due Consiglieri di Stato diciamo con chiarezza: il tempo delle manovre interne è finito. È ora di lavorare, e di portare risultati. I ticinesi non chiedono giochi di potere, ma risposte concrete.

È il lavoro che conta, non la poltrona sulla quale si siede.

 

UDC Ticino

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