Preventivo 2025 – Errare è umano, perseverare è…
Chi ha creato il disastro e non ne ha voluto sapere dei rimedi proposti dall’UDC sull’arco di più anni attraverso iniziative parlamentari ad hoc, si tolga dai guai con le proprie idee e le proprie forze. Il nostro obiettivo è il risanamento delle finanze, non i tagliuzzamenti alla rinfusa, facendo male un po’ qui un po’ là per creare l’alibi collettivo.
Inutile dilungarci sui numeri che sono – come negli ultimi anni – disastrosi. Basta dire che invece di rispettare la volontà popolare che nel 2022 chiedeva il pareggio dei conti a fine 2025, Governo e Parlamento hanno bisticciato su più o meno una manciata di milioni a fronte di un deficit che sfiora i 100 milioni. È come se il Titanic sta affondando ma si bisticcia sull’etichetta del vino portato in tavola ai piani superiori.
Nel 2021 il GC ha approvato il Decreto Morisoli, da allora Governo e Parlamento potevano e dovevano trovare il modo di frenare la spesa sull’arco di tre anni, senza giungere al punto di dover applicare tagli o lineari o scoordinati all’ultimo momento. In questi anni, chi oggi invoca la responsabilità collettiva (noi diciamo la colpa collettiva) a sostegno dei conti disastrati, aveva tutto il tempo e i numeri per provare a frenare la spesa senza spaccare il Paese, senza favorire le discese in piazza e senza fornire gli assist per rivendicazioni ingiustificabili e fuori luogo tipiche di questi tempi.
L’UDC se ne è guardata bene dal farsi coinvolgere nella bagarre assurde scatenatesi tra PLR, Il Centro e Lega – che doveva essere la solida maggioranza che sosteneva il preventivo – sugli oltre 80 emendamenti giunti in Gran Consiglio. Il motivo è semplice: chi ha creato il disastro e non ne ha voluto sapere dei nostri rimedi proposti sull’arco di più anni attraverso iniziative parlamentari ad hoc, si tolga dai guai con le proprie idee e le proprie forze. Il nostro obiettivo è il risanamento delle finanze, non i tagliuzzamenti un po’ qui un po’ là, facendo male un po’ qui un po’ là per creare l’alibi collettivo.
Purtroppo anche questa volta il disastro è servito e a pagarlo saranno i contribuenti di questo Cantone perché i debiti di oggi sono le imposte di domani. Su questo punto sottolineiamo la grande irresponsabilità intergenerazionale di questa generazione, che butta sulle spalle di chi è appena nato e di chi oggi va a scuola oltre 1’500 mio di nuovi debiti. Debiti non fatti per innovazioni, infrastrutture futuristiche, investimenti d’avanguardia o altro; no, debiti per coprire la gestione corrente! Debiti per coprire l’incapacità del Governo e del Parlamento di rispettare le leggi che vedono nell’economicità, nella parsimonia e nel pareggio i suoi punti cardine della buona gestione pubblica.
Ma il male è ben più grave. Non si ammette e non si vuol seguire la pista che da molto tempo noi suggeriamo: le finanze si risanano solo pensando e lavorando sul medio termine, cioè sulla tendenza di piano finanziario. Ma per fare ciò occorre un’idea, un pensiero, un’alternativa al tirare a campare sperando negli utili della BNS o in qualche effetto straordinario esterno che come per magia risolva tutto.
Noi, con proposte precise ancora inevase, con iniziative popolari approvate e con la democrazia diretta non ci tireremo indietro e continueremo a tentare di invertire una tendenza che se non corretta al più presto minerà il benessere individuale e la prosperità generale di questo Cantone.
UDC Ticino